Quando la riqualificazione di un territorio mina la sua sostenibilità?

07 Novembre 2023

 

Parole come “Overtourism” e “Turism Explosure” sono ormai parte integrante del vocabolario usato per descrivere la stagione turistica soprattutto qui sul lago di Garda.
 

L’afflusso di turisti, concentrato pochi mesi all’anno, ostacola sia la qualità dei servizi che vengono offerti, che la sostenibilità del territorio. Per questo le associazioni e le strutture presenti sul lago di Garda parlano di destagionalizzare l’offerta turistica.
 

 Ma in che modo più turisti significano meno sostenibilità?
 

Quando, per esempio, le infrastrutture e le comunità locali non riescono a garantire un servizio efficiente e di qualità, quando mancano alternative per una mobilità sostenibile e quelle presenti non riescono a supportare un’alta concentrazione di visitatori e quando un territorio, che in realtà dovrebbe essere protetto e salvaguardato, considerando la vasta biodiversità di specie autoctone di flora e fauna presenti in queste aree naturali, viene reso edificabile. È quello che secondo REPORT, il programma d’inchiesta giornalistica di Rai 3, sembra sia successo a Costermano del Garda, con il suo servizio “Guarda che Garda” andato in onda il 22 Ottobre. La costruzione di un ponte tibetano lungo 300 mt che “taglierebbe” a metà la Valle dei Mulini, con annesso un parcheggio di oltre 400 posti, strutture turistiche ricettive volte ad accogliere il gran numero di viaggiatori, un centro anziani e una nuova mega villa a ridosso del cimitero monumentale tedesco. Lasciamo a Report ogni approfondimento, soffermiamoci invece a riflettere su come, un’opera del genere, possa danneggiare la sostenibilità del suo territorio. Attraverso il deterioramento di un capitale naturale che dovrebbe essere protetto e preservato? Boschi che diventano edificabili? Siti di interesse comunitario (SIC) che diventano teatro di costruzioni “autorizzate”? Sicuramente il profitto economico sarebbe rilevante, ma tutto ciò avrebbe un enorme impatto a livello ecologico e ambientale. Abbiamo il dovere di preservare e proteggere le aree naturali del Garda e i lori ecosistemi, habitat di rare specie di piante e animali, anche per le generazioni che verranno e perché no, per poter garantire ai turisti del futuro quell’acqua cristallina, quell’ambiente integro e autentico. Non un territorio che sia fatto solo di parcheggi, parchi acquatici e villaggi turistici, uguali ormai i ogni parte del mondo.


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