Tav, una nuova stazione sul Garda? Ruspe al lavoro

14 Novembre 2023

 

Stanno per arrivare i primi macchinari sul terreno, dunque si fa sul serio: la stazione «intermedia» della Tav tra Brescia e Verona, concepita per non escludere completamente il Garda dal nuovo corridoio ferroviario veloce, non è più solo un’ipotesi, un auspicio o uno spunto polemico. Sono infatti arrivate ai proprietari della aree interessate, a San Martino della Battaglia in territorio di Desenzano, le lettere che annunciano l’avvio dei carotaggi e delle eventuali bonifiche di ordigni bellici, che rappresentano sempre la prima fase operativa di tutti i lavori di approntamento delle infrastrutture terrestri.
 

Uno scalo intermedio

L’area interessata è nella zona di confine tra Desenzano e Pozzolengo, in prossimità del casello autostradale «Sirmione» della A4, a San Martino della Battaglia. Per chi è pratico dei luoghi, è l’area compresa fra la sede del Consorzio del Grana Padano, la stessa autostrada A4 in carreggiata sud, l’agriturismo Armea e Cascina Morone, a San Martino. Le operazioni annunciate sono di «indagine geognostica», una prima, anzi primissima azione sul terreno, finalizzata alla redazione del progetto preliminare: tempi lunghi, molto lunghi sono da attendersi per poter salire sul primo treno in quel futuro scalo, ma il fatto che arrivino dei macchinari è sicuramente una notizia, dopo anni di discussioni.
 

Le "voci" del 2017

Anche perché, quando nel luglio del 2017 il Cipe approvò il progetto definitivo della Tav Brescia-Verona, di una stazione intermedia non vi era traccia: esisteva solo, fra le prescrizioni e le raccomandazioni finali, la richiesta di uno studio di fattibilità per una «eventuale» e futura stazione dell’Alta velocità sul Garda, non compresa nel progetto generale, che per anni si credeva finita nel dimenticatoio. Non era così, e ne abbiamo in questi giorni la prova documentale, la dimostrazione plastica.
 

I prossimi passi

Verranno, con questa operazione, sondate le profondità di eventuali falde acquifere, piantati dei piezometri e nel contempo accertata l’assenza di residuati bellici o altre sorprese, di cui poi la progettazione della stazione dovrebbe ovviamente tenere conto. Anche al solo scopo di registrarlo e consegnarlo agli «annali», ecco il contenuto del messaggio che annuncia il punto di svolta nella vicenda. Il mittente delle lettere pervenute in questi giorni è la ditta Cam Perforazioni Spa di Pesaro, la stessa che aveva svolto identiche operazioni sul resto del tracciato della nuova ferrovia in costruzione, anche stavolta su mandato di Fs, Rfi e Italferr.
 

Sondaggi geognostici

«Con la presente - si legge nella missiva indirizzata ai proprietari dei terreni - la scrivente ditta Cam affidataria dei servizi di esecuzione di sondaggi geognostici, prove in situ e prelievi di campioni per la definizione delle caratteristiche geotecniche dei terreni interessati al progetto di “Nuova Stazione Av Basso Garda“ per conto di Italferr Spa, richiede di poter richiede l’autorizzazione a eseguire sondaggio geognostico sulle aree di vostra proprietà. Verrà effettuata una perforazione a carotaggio continuo, a profondità di 30 e 40 metri, diametro di 101 millimetri con prelievi di campioni di terreno. La durata del cantiere, salvo imprevisti, sarà di 2/3 giorni». Questo si sa per ora, riguardo allo stato di fatto per la parte tecnica.

Per l’aspetto invece politico, economico e anche trasportistico, va ricordato che la richiesta di uno scalo della Tav in questa zona nasce dalla necessità di non lasciare il Garda, secondo distretto turistico d’Italia, fuori dal futuro corridoio ferroviario strategico: il modello di esercizio della Brescia-Verona, infatti, prevedeva dal 2026 la sostanziale eliminazione dei treni a lunga percorrenza dalla ferrovia storica, lasciando agli scali di Desenzano e Peschiera solo 3 coppie giornaliere di «Frecce». Decisamente uno schiaffo per un’area che accoglie 23 milioni di presenze turistiche all’anno.



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